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Il diritto di ripensamento è una operazione particolare che può essere richiesta da tutti i clienti, dopo aver sottoscritto un contratto per la fornitura di una utenza, e consiste nella loro possibilità di cambiare idea e decidere quindi di annullare il contratto. Se si è convinti di sottoscrivere un nuovo contratto per la luce, il gas o per un’altra utenza e non si cambia idea perfetto, ma nel caso in cui si sottoscrivesse senza esserne troppo convinti oppure subentrassero delle problematiche per le quali si rende necessario annullare il contratto appena sottoscritto, con il diritto di ripensamento si è tutelati. In molti, nel corso degli anni, lo hanno esercitato, in quanto presenta numerosi vantaggi, in primis il fatto di poter cambiare idea, annullare il contratto e rimanere con il proprio gestore senza dover pagare alcuna penale e senza problemi, a differenza invece di altre soluzioni che possono chiedere il pagamento di una penale o tempistiche lunghe per essere accolte.
Per esercitare il diritto di recesso per ripensamento entro i termini di legge bisogna che il cliente entro quattordici giorni di tempo dal momento della sottoscrizione del contratto esegui la richiesta di annullamento, senza che vi sia alcun obbligo nel fornire la motivazione al perché non vuole più attivare la fornitura. Ci sono varie modalità che si possono adottare al fine di inviare la lettera diritto di ripensamento, la quale può essere scaricata dal sito del fornitore con il quale si è sottoscritto il nuovo contratto oppure online, usando uno dei numerosi fac-simile che si possono trovare sul web, compilata e spedita al fornitore al fine di chiedere l’annullamento del contratto. Si può inviare il modulo diritto di recesso per ripensamento via fax, mediante una lettera con raccomanda a/r, via mail oppure presentandosi presso gli sportelli.
Dal momento in cui venne introdotta la liberalizzazione del Mercato dell’Energia numerosi utenti hanno deciso di cambiare gestore cercando tra le varie tariffe proposte dagli altri fornitori quella che più poteva rispondere alle proprie esigenze, e il diritto di ripensamento è stato introdotto proprio per tutelare i clienti. Esercitando il diritto di recesso per ripensamento, infatti, chi sottoscrive un contratto può decidere, entro 14 giorni dalla firma del contratto stesso, di annullarlo, applicando tale diritto, senza penali e senza dover dare motivazioni del perché non vuole più passare a quel fornitore.
Bisogna sapere che il consumatore ha due principali diritti quando si parla di annullamento di un contratto per una utenza, ovvero il diritto di ripensamento e il diritto di recesso. Nonostante tali termini vengano spesso impiegati insieme o come sinonimi, è importante sapere che consistono in modalità differenti di richiesta di annullamento, sia per quanto riguarda la tempistica sia per la documentazione richiesta. Bisogna innanzitutto specificare che il ripensamento è permesso solo se il contratto è stato stipulato mediante il web, per via telefonica o presso stand e gli info point, mentre nel caso fosse stato sottoscritto in negozio non si può esercitare il diritto di ripensamento. Relativamente invece al diritto di recesso, esso è sempre una richiesta di annullamento ma ci sono talune differenze, come il fatto che esso può essere richiesto in qualunque momento e non si tiene in considerazione la modalità con la quale il contratto è stato sottoscritto. Per quanto riguarda la comunicazione di recesso, questa deve essere comunicata al fornitore usando i form presenti sul sito, o recandosi di persona presso un punto vendita.
Bisogna specificare come la recessione dal contratto si differenzia dal diritto di ripensamento, oltre che per i motivi sopra indicati, anche per il fatto che richiede un certo preavviso in modo da consentire al fornitore di eseguire la rescissione del contratto.
Ci sono talune alternative al ripensamento e al recesso che bisogna conoscere, in modo da capire se una o più di esse possono rispondere alle proprie esigenze, senza dover chiedere l’annullamento del contratto di fornitura. Innanzitutto si può chiedere al proprio gestore una variazione di potenza. In tal caso il proprio fornitore si occupa della comunicazione con il distributore, in quanto sarà quest’ultimo ad approvare ed erogare la variazione relativa alla potenza. Inoltre si può procedere con la voltura con e senza accollo, ed è importante sapere che entrambe le modalità non prevedono alcuna interruzione del servizio e il fornitore di luce o gas resterà il medesimo, così come sia il contratto sia l’offerta non subiranno modifiche.
Terminando di parlare del diritto di ripensamento e le varie modalità che si possono adottare per richiederlo, come lo scaricare e compilare il modulo diritto di recesso per ripensamento che si può reperire online o sul sito del fornitore, bisogna specificare come in caso di cambiamento del fornitore a seguito della voltura sarà il nuovo gestore a dare comunicazione al vecchio gestore del cambio, senza che il cliente debba fare nulla.
In caso di dubbi o domande si può contattare il fornitore con il quale si ha sottoscritto il contratto di fornitura per chiedere informazioni relativamente al diritto di ripensamento, chiedendo anche dove si può reperire il modulo da scaricare e compilare, e a quale indirizzo bisogna spedirlo.
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