A quanto ammontano le importazioni di gas russo in Europa?

In Luce e gas
gas russo in Europa

Una volta che è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è diventato di attualità il nodo delle importazioni energetiche, nella fattispecie di gas naturale. Il gas russo in Europa riveste ancora oggi un ruolo molto importante ancor più che i paesi occidentali stanno ormai ragionando nell’ottica di sostituire a medio e lungo termine le importazioni provenienti da Mosca. Attualmente la fornitura di gas russo all’Europa è ancora troppo importante e il gas naturale è una parte essenziale dell’approvvigionamento energetico.

Il gas naturale infatti viene utilizzato sia per produrre energia, sia per il riscaldamento degli edifici e per la cottura di cibo. Importare in Europa gas russo è importante chiaramente anche per Mosca e le importazioni gas da Russia in Europa sono ancora fondamentali dato che circa un terzo del gas consumato dagli europei proviene proprio da lì. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire la situazione delle importazioni gas da Russia in Europa e anche le possibili alternative.

Gas russo in Europa: cosa sapere

Ma quanto siamo dipendenti da gas russo in Europa? Per farci un’idea precisa dell’entità della dipendenza dei paesi europei dalle importazioni gas dalla Russia dobbiamo sapere che nel 2020, rispetto al totale di gas importato da tutta l’UE, il 38,1% proveniva proprio da Mosca. Il gas russo in Europa è quindi di determinante importanza ma importiamo gas anche dalla Norvegia (16% delle importazioni circa), dall’Algeria, dal Regno Unito e dal Qatar. Il paese che dipende maggiormente dalla fornitura di gas russo all’Europa è la Germania che, attualmente importa circa il 65,2% di gas naturale proprio dalla Russia. Segue l’Italia, altro paese molto esposto per quanto riguarda l’importazione di gas russo in Europa con circa il 43,3% di gas importato.

Altri paesi sono molto meno dipendenti dal gas russo in Europa, si pensi ad esempio alla Francia che dipende solo per il 16,8% anche perché può disporre di altre risorse energetiche (centrali nucleari). Insomma quello della dipendenza da gas russo in Europa è un problema noto che si è andato aggravando negli ultimi anni e che ora, per via della crisi in Ucraina, potrebbe esplodere con conseguenze negative nell’immediato. Negli ultimi anni era stato anche costruito un secondo grande gasdotto per importare gas russo in Europa, il Nord Stream 2. Questo avrebbe dovuto aumentare la portata di gas rosso in Europa migliorando la comunicazione tra Mosca e Berlino.

Europa gas russo: possibili alternative

Ora che le importazioni di gas russo in Europa sono tornate all’ordine del giorno i paesi europei stano cercando di studiare delle possibili alternative valide. Una possibile alternativa al gas russo in Europa potrebbe essere quella di aumentare le importazioni dagli altri paesi fornitori come l’Algeria. In questo modo però sarà piuttosto difficile riuscire a sopperire alla grande quantità di importazioni di gas russo in Europa. In ogni caso attualmente l’Europa paga alla Russia qualcosa come circa un miliardo di euro al giorno per le forniture energetiche (660 milioni di euro per il gas e 350 milioni di euro per il petrolio).

Per fare a meno dell’importazione di gas russo in Europa bisognerà portare più gas nei paesi europei da altri paesi e per questo molti ipotizzano che si ricorrerà anche all’intervento pubblico così da assicurare importazioni sufficienti nei mesi successivi. I politici europei dovranno quindi sostenere l’attivazione di potenziali forniture e anche accorti politici orientati ad assicurarsi maggiori volumi di GNL.

Gas russo in Europa e gas liquefatto

Parlando delle possibili alternative al gas russo in Europa dobbiamo per forza nominare proprio il gas liquefatto. Gli Stati Uniti ad esempio si sono recentemente impegnati, a margine della crisi in Ucraina del 2022, a garantire un volume di gas naturale liquefatto (Gnl) per il mercato Ue di almeno 15 miliardi di metri cubi. Oltre agli Usa abbiamo anche il Qatar che è un colosso per quanto riguarda le esportazioni di gas liquefatto.

Da parte sua il governo italiano sta lavorando a sua volta a trovare alternative all’importazione di gas russo in Europa. L’obiettivo sarebbe quello di mettere a disposizione circa 10 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi nel giro di 24 mesi. La rigassificazione comunque richiede delle navi specifiche e il prezzo non è certo paragonabile a quello del gas russo.

Gas russo in Europa: lo stato dell’arte

Attualmente la Russia è il principale fornitore UE per quanto riguarda petrolio, gas naturale e combustibili fossili. La stabilità delle forniture energetiche in UE può essere messa a rischio se una grande proporzione di importazioni dipende da pochi partner, cosa che è esattamente quella accaduta negli ultimi anni. Nel 2019 infatti circa 2/3 delle importazioni di petrolio da paesi extra-UE proveniva dalla Russia (27%), Iraq (9%), Nigeria e Arabia Saudita (8%) e poi Kazakhstan e Norvegia (7%). La Russia come già detto è in testa anche nelle importazioni di gas naturale con il 41% e per quanto riguarda il carbone con il 47% della Russia contro il 18% degli Stati Uniti.

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